Polvere, smog,
il cielo col broncio appiccicoso negano ai raggi del sole
l'energia dei colori. Dinnanzi alla bella Camunia questa
natura capitola e torna al suo stato di colore. I colori
freschi delle mattine dopo il temporale notturno. I colori
limpidi, sereni dopo una minuziosa pulizia operata dal vento.
La bella Camunia bagnata dal fiume Oglio vive l'età senza
rughe.
Alla base il lago Sebino le cui acque di riflesso illuminano
questa meraviglia. Dalle acque del lago alzando lentamente gli
occhi scopri movimenti ondulati accennati e segni più schietti
evidenziano le creste di canaloni sui fianchi dei monti.
Balzano i verdi appezzamenti e castagni e abeti muovono gialli
e rossi i paesini, le rocce di pietra simona e le cime senza
vegetazione che si stagliano contro l'azzurro del cielo.
Quest'azzurro scende e percorre canaloni e piccoli torrenti
arricchendo il grande fiume che tutto depone al lago.
Queste bellezze naturali brillano di mattino fresco e dai
raggi del sole si rinnova ogni giorno il rito della
continuità.
La storia qui è come un racconto che si perpetua.
L'inizio molto remoto ci è stato tramandato con la maniera più
accessibile a comunicare. Segni graffiati nella roccia
eterna parlano al futuro un linguaggio da tutti posseduto e
muovono a narrare e cantare la sorte esistenziale dell'uomo.
E' gusto di consegnare ai posteri usi e costumi.
E' rito, è fascino della bellezza Camunia che ripone nei suoi
figli certezza e continuità.
GIUSEPPE
PIOVANELLI
di
Luciano Spiazzi
Spiega Giusepe Piovanelli (mostra nella chiesa di S.Antonio)”la
mia pittura è immagine di una realtà che ha la forza di essere
pennellata. E’ colore che vive nell’atmosfera-ambiente di
tutto quello che mi circonda: il cielo,il lago,le montagne…Istanti-impressione
rivissuti poi nel silenzio dello studio, mediate da una
conoscenza della cultura pittorica e tradotte rapidamente in
modo da evitare idee immagini che possono compromettere quanto
sto realizzando…”.
Singolare questo personaggio dell’arte bresciana, tecnicamente
e culturalmente preparato,fuori da conventicole,non
taccheggiatore timido ma inteso a cogliere l’anima o la fiamma
interna del paesaggio,”la bella camunia” cui si sente
irrimediabilmente legato. Barbagli di luce e di note
cromatiche tenuti da ritmi interni che ne scandiscono i
passaggi,linguaggio costantemente controllato nella sua
apparente scioltezza che evita mimesi naturalistiche eppure
strettamente connesso sia all’immagine vista che all’emozione
suscitata dalla stessa immagine. La fantasia eccitata da ciò
che di intenso sprigiona il mondo non evade verso orizzonti
astratti ma rimane ancorata alle vicende dei giorni, liete o
tristi o amare, riconducendosi al filo di una interiorità mai
tradita. Nascono così le composizioni di Piovanelli, un tutto
pieno di pennellate che rimandano a sollecitazioni più
profonde.
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