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Mostra  H2o  "Belotti - Piovanelli" Chiesa di S. Antonio  2002 - Breno Valle Camonica (BS)

GIUSEPPE PIOVANELLI abita a due passi dall Cappella Sistina della Val Camonica, dove il Romanino convocò i pescatori del lago e i boscaioli di Grignaghe a recitare sui muri la Passione, e per compagno di noviziato all'arte ha avuto il biondo ardore di Amleto Romele. L'acqua e il cielo gli fanno da bussola nel suo modo di essere e quindi vivere.
Istinto e naturalezza giocano in lui ancestralmente, sono eredità del sangue e della terra che trapassano nel l'insegnamento, se basta un gesto ad avviare uno schizzo in cui si ravvisa lo zampillo di una sorgiva o un ghirigoro tondeggiante che ricrea nel pomo della discordia il mito del bellissimo Paride favorito da Venere. Nel girotondo della linea fluisce la voglia di esprimersi, nella grafia s'invera l'automatismo.
Nel fantasticare di Piovanelli si concatenano quelle "presenze" che dai suggerimenti del passato pulsano crescono lievitano fino a dilatarsi, potrebbero generare all'infinito (foglio o tela che sia) il racconto di sentimenti leggende sortilegi da proiettare nel futuro. Intanto il mondo primordiale si accampa nel segno, in ciò che c'è a partire dal graffito - il richiamo, la testimonianza, il pitoto - lì sta l'origine delle cose, lì si trova il germe della essenza, poi scaturisce tutto il resto che consiste nel piacere
di scapricciarsi inglobando paesaggio figure simboli, inventando un'altra fauna (simpatico incontro), approdando a luoghi sconosciuti (promontorio), esultando d'intimo fervore (Natale).
Andar dietro a questo rabdomante che saltabecca per tutti i sentieri della comunità (e all'omino delle incisioni rupestri
associa, con una dea dell'Olimpo, il barattolo della Coca-Cola) vuol dire anche rimarcare come nelle sue misture cromatiche si sostanzino brillantemente l'ardenza del fuoco, l'umore dell'acqua, la grana della terra, il fiato dell'aria.
Piovanelli nel fluttuare dei sui blu di lapislazzulo, fa scoppiare mortaretti di rubra festosità.
Dipingere, in fondo, è questione di esuberanza di vene e ne nascono, per il gaudio degli occhi e del cuore, queste epifanie.

 

 

Il segno, 100 x 70
pastello su carta, anno 1996

Presenza camuna, anno 1988

Venezia 90 x 100 anno 2000
Olio su compensato

Dal Lago Sebino, anno 1997

Chiesetta 2000 Riflesso d'autunno 2001