ECCESSI
INDIVIDUALI
L’artista deve sempre esporre la propria persona anche fisica
simulando o interpretando un modo di essere.
E’ un atteggiamento che può giocare un ruolo importante di fronte
all’interlocutore?
Sì, l’artista può senz’altro avvalersi di questo ruolo.
Qui si pone la cultura dell’artista e come viene evidenziata la
sua personalità: comportamento, dialettica, modi questi che
possono giustificarne l’operato e magari influenzare positivamente
o negativamente chi ?
Chi ha il compito di dire o valorizzare quelle interpretazioni,
schiette, sincere o false, che vengono poste a confronto.
E chi è schivo ad esporsi, anche fisicamente, lascia le proprie
opere a repentaglio di interpretazioni o di giudizi?
Può essere che ad artisti, i cui “numi propiziatori” non
incontrino i favori o chi di competenza con l’indirizzo giusto,
sia negato l’accesso alla Storia. Tutto ciò cosa vorrebbe
significare?
Una carente cultura che i nostri critici e storici potrebbero in
apparenza far credere?E’ proprio così?
L’artista forma la propria cultura che il critico e lo storico
devono recepire.
Attraverso il critico e lo storico avviene il processo di
valorizzazione dell’artista.Questi dice solo di sé e delle proprie
opere.
Le idee e i concetti sono volti a maturare e valorizzare la
conoscenza; si accresce e si assimila l’ambiente con la cultura:
l’artista la fa propria,la interpreta con espressioni volutamente
riformate e poste in evidenza.Ciò fa sì che l’artista sia
partecipe della storia, del proprio ambiente,
ambiente che si allarga in dimensione e abbraccia altre culture le
quali pongono l’artista a confronto del momento e del tempo, anche
passato.
Tutto ciò mette l’artista al di sopra di giudizi pro o contro, al
riparo di formule che si intrecciano e che comunque non
condizionano l’esito del suo fare sempre “libero”.
L’artista e la sua opera rimarranno.
Giuseppe Piovanelli
10 giugno 1982
ESSERE
MOTIVATO
La figura singola non ha senso fuori della propria scena.
La scena non ha senso se avulsa dalla realtà della roccia.
La roccia non ha senso fuori dal suo ambiente.
L’ambiente è paesaggio dove l’uomo ha eseguito la creazione della
scena.
La creazione della scena è stata motivata da fattori esistenziali,
emotivi e contestuali che non possono essere ignorati.
Forse che kitch ed estetismo gratuito ed estemporaneo siano
esistiti anche in altre epoche?
Giuseppe Piovanelli
Marzo 1983
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